Vanessa Beecroft recupera il linguaggio classico di quest’arte antica, riportandoci a quel periodo ricco di echi di una bellezza senza tempo, che anzi, ad ammirarla i minuti passano e diventano ore.
Le sue performance sembrano galoppare per spiritualità il susseguirsi dei secoli, se non fosse che il soggetto non è quel marmo che è stato materia nelle mani di Michelangelo e Donatello, ma la relazione tra questo e le modelle che vengono messe in scena. Il gioco è tra gli opposti: da una parte la figura umana, calda, viva; dall’altra la pietra, fretta e statica.
E’ proprio nel tempio del marmo italiano per antonomasia che le modelle di Ilaria Nistri sfoggiano in perfetta armonia di nome, la collezione “marble echoes”: stiamo parlando del più antico studio di scultura di Carrara, i Laboratori artistici Nicoli.
La scultura qui diventa palcoscenico per antitesi: in scena sale l’audacia del marchio. Lo spettacolo che ne risulta è unico: un perfetto sposalizio tra armonia dell’antico e contrasti formali della contemporaneità.
Richard Serra, ancora negli anni ‘60, aveva invece proprio abbandonato quell’idea di scultura come arte da piedistallo. Ciò che desiderava fare delle sue opere scultoree era un’esperienza fenomenologica dello spazio, entro cui gli spettatori potevano muoversi liberamente. La relazione non era più “da-a” verso l’opera, ma un “con”.
Dalla sua celebre serie in acciaio “Torqued Elipse” prende vita l’omonima collezione di moda di Heliot Emil: da Serra riprende la sperimentazione tra forma e funzione, la sottrazione di volumi e l’uso di metalli.
In un fashion show virtuale sfilano crop top squadrati, gonne oblique e pantaloni metallici dal sapore futuristico.
Il futurismo è l’epoca a cui giungiamo per l’ultima e più estrema interpretazione: stiamo parlando della visionarietà di melitta baumeister.
I suoi abiti sono modellati plasticamente come uno scultore farebbe con la sua opera armato di scalpello e mazzuolo: la materia è però la plastica, il silicone ed i materiali tecnici. Geometrico e minimal, il suo fashion è una vera e propria scultura: pezzi da vivere e indossare.
Gentlepills ha chiamato a raccolta diversi progetti e personalità, che seppure portavoci del proprio stile e appartenenti a settori con sfumature diverse fra loro, intrecciano le proprie storie con quest’arte nata al tempo dei tempi, a dimostrazione che la contaminazione fra ambiti non è da intendere come accezione negativa di “elemento perturbatore”, ma anzi, se di qualità, come immenso arricchimento.