L’evoluzione di Chiara, la lampada di Mario Bellini

Tra gli oggetti di design più famosi troviamo la lampada chiara di Flos, un progetto di Mario Bellini riedita nel 2020.

«Quando viene sera bisogna accendere la luce. A me non piacciono le lampade che fanno vedere le lampadine perché danno fastidio agli occhi. Così ho disegnato una lampada a forma di suora che fa uscire la luce dal suo cappello bianco», racconta Mario Bellini riguardo la lampada chiara di Flos. 

È l’inizio della storia della lampada Chiara.

Chiara – Mario Bellini – Flos, 1969

Al centro del progetto della lampada chiara di Flos c’è la sagoma scultorea della lampada, risultato di una sperimentazione su carta, ancor prima di disegnare.

Come un origami, si tratta infatti di un foglio in acciaio inox ripiegato e arrotolato su se stesso a formare un cilindro alla base.

È qui che si trova il bulbo, il cui fascio di luce viene riflesso dal cappello a forma di velo di suora.

«Ho preso una forbice, un grande foglio di cartoncino e ho iniziato a tagliare qualche cosa che potesse diventare un cilindro con alla sommità un cappello più largo che, ricongiunto sul lato destro e sinistro, avrebbe potuto servire da riflettore della sorgente di luce ospitata nella base. E così è stato». 

Da un foglio di cartone, si passò così ad un foglio di acciaio e all’icona che oggi noi tutti conosciamo.

La riedizione

A più di cinquant’anni dalla sua nascita, Flos ha lanciato ormai ancora nel 2020 una riedizione della vecchia Chiara in diverse finiture, nella versione da tavolo e da terra.

A cambiare sono inoltre le bordature, non più un tutt’uno con il margine del metallo ma rivestite da un profilo in gomma nera.

Fotografie: @federicotorra, Alessandro Furchino Capria, Giuseppe Pino

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